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Con Radetzky non c' [messaggio #9856] |
mar, 28 dicembre 2010 10:08 |
cap Messaggi: 659 Registrato: novembre 2010 |
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Sono anni che lo dico.
"Perché mai noi italiani dovremmo iniziare il nuovo anno ascoltando
orchestre e direttori suonare la Marcia di Radetzky mentre battiamo
allegri le mani? Perché cominciare il 2011, e le celebrazioni per i
150 anni della nostra identità nazionale, rendendo omaggio a Josef
Radetzky, il feldmaresciallo austriaco che nella battaglia di
Curtatone massacrò centinaia di studenti toscani venuti a combattere
per l'indipendenza? Che a Custoza umiliò il re Carlo Alberto, poi
assediò e vinse per fame e colera la Repubblica veneziana del 1849 e,
nominato Governatore generale del Lombardo Veneto, fece eseguire mille
condanne a morte di patrioti e diede l'ordine di bastonare in pubblico
e di saccheggiare le case e i palazzi di chi era sospettato di aver
simpatizzato con i primi moti del Risorgimento? Come se i francesi
celebrassero Bismarck, o i polacchi Stalin."
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gE ditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=8232&ID_sezione =&sezione=
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Re: Con Radetzky non c' [messaggio #9858 è una risposta a message #9856] |
mar, 28 dicembre 2010 10:26 |
Federico Spano' Messaggi: 483 Registrato: novembre 2010 |
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On Tue, 28 Dec 2010 01:08:57 -0800 (PST), cap <clamarcap@gmail.com>
wrote:
>Sono anni che lo dico.
>"Perché mai noi italiani dovremmo iniziare il nuovo anno ascoltando
>orchestre e direttori suonare la Marcia di Radetzky mentre battiamo
>allegri le mani? Perché cominciare il 2011, e le celebrazioni per i
>150 anni della nostra identità nazionale, rendendo omaggio a Josef
>Radetzky, il feldmaresciallo austriaco che nella battaglia di
>Curtatone massacrò centinaia di studenti toscani venuti a combattere
>per l'indipendenza? Che a Custoza umiliò il re Carlo Alberto, poi
>assediò e vinse per fame e colera la Repubblica veneziana del 1849 e,
>nominato Governatore generale del Lombardo Veneto, fece eseguire mille
>condanne a morte di patrioti e diede l'ordine di bastonare in pubblico
>e di saccheggiare le case e i palazzi di chi era sospettato di aver
>simpatizzato con i primi moti del Risorgimento? Come se i francesi
>celebrassero Bismarck, o i polacchi Stalin."
>
> http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gE ditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=8232&ID_sezione =&sezione=
Fin da bambino ho sempre preso la "marcetta" per quello che è, un
simpatico pezzo di colore che gli austriaci amano riascoltare a
capodanno; per gli italiani può essere anche una specie di "marcia
turca" visti i risultati delle guerre successive. Almeno, a me faceva
quest'effetto: i nonnetti austroungarici (che peraltro, indisturbati,
fanno parte del mio albero genealogico insieme con gli arcinonni
siciliani e i transnonni lazial-partenopei) che una volta l'anno
ridono e scherzano sui fasti passati.
Questo a mia discolpa, per il fatto che ogni anno, potendo, preferisco
i valzer ai vappensieri muti e pensosi (zumzumzum).
Ma la cosa più importante (per me) è che non ho capito il senso
dell'intervento di Cappelletto (evidentemente seguo troppo poco queste
festicciole televisive, e mi deve essere sfuggita l'entrata in
repertorio della marcetta austroungarica?).
Fammi sapere
--
Federico Spano'
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Re: Con Radetzky non c' [messaggio #9863 è una risposta a message #9860] |
mar, 28 dicembre 2010 11:13 |
Federico Spano' Messaggi: 483 Registrato: novembre 2010 |
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On Tue, 28 Dec 2010 01:44:05 -0800 (PST), cap <clamarcap@gmail.com>
wrote:
>On 28 Dic, 10:26, Federico Spano' <fsp...@tiscali.it> wrote:
>
>> non ho capito il senso dell'intervento di Cappelletto
>> (evidentemente seguo troppo poco queste festicciole
>> televisive, e mi deve essere sfuggita l'entrata in
>> repertorio della marcetta austroungarica?).
>
>Mi pare che il senso sia: almeno nel centocinquantenario dell'UnitÃ
>d'Italia facciamo a meno di celebrare chi ne ritardò il compimento.
>Come certo saprai, la Marcia di Radetzky è tradizionalmente l'ultimo
>bis (obbligato) del Concerto di Capodanno da Vienna: quest'anno
>evitiamolo, dice Cappelletto.
Certo che lo so, la vedo da quando esiste la televisione, credo :) Ma
il punto di Cappelletto è che la Rai non dovrebbe trasmetterlo?
--
Federico Spano'
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Re: Con Radetzky non c' [messaggio #9870 è una risposta a message #9869] |
mar, 28 dicembre 2010 12:32 |
cap Messaggi: 659 Registrato: novembre 2010 |
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On 28 Dic, 12:04, "inbario" <a...@aza.it> wrote:
> il fatto è che le guerre risorgimentali sono lontane nel tempo
> non sono molto sentite,anzi forse non sono mai state molto
> sentite in realtÃ
E quando mai una guerra è stata sentita dagli italiani? ;)
Comunque, come mi pare di avere già scritto in questo ng, non
esageriamo con il revisionismo: nelle città italiane di metà Ottocento
la questione dell'unità nazionale era molto sentita. Certo, c'era
anche allora chi tifava per lo straniero, o per il papa, ma alla
maggior parte delle teste pensanti l'idea di liberarsi di Asburgo,
papalini e Borboni piaceva, eccome.
Mi piace ricordare (forse l'avevo già fatto, pazienza) queste parole
di Giuseppe Giusti:
«Gran cosa fu di cominciare a guardare in viso e di ridere in faccia
ai nostri vecchi padroni e tutori e rompere una volta quell'amaro
prestigio che ci dava a credere d'avere a mangiare l'Austria anche nel
pane. Una volta veduto che l'Austria era l'Austria, e noi, noi, le
cose prendevano tosto una piega diversa.»
(Citazione estratta da Antonio Chiavistelli, Dallo stato alla nazione.
Costituzione e sfera pubblica in Toscana dal 1814 al 1849, Carocci,
Roma 2006, p. 199.)
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Re: Con Radetzky non c' [messaggio #9871 è una risposta a message #9870] |
mar, 28 dicembre 2010 13:26 |
inbario Messaggi: 233 Registrato: novembre 2010 |
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"cap" <clamarcap@gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:0bc14318-382d-4269-8705-bd82925bdc9f@c2g2000yqc.googlegroups.com...
> On 28 Dic, 12:04, "inbario" <a...@aza.it> wrote:
>
>> il fatto è che le guerre risorgimentali sono lontane nel tempo
>> non sono molto sentite,anzi forse non sono mai state molto
>> sentite in realtÃ
>
> E quando mai una guerra è stata sentita dagli italiani? ;)
nessun popolo sente una guerra ovvio intendevo la causa risorgimentale...
> Comunque, come mi pare di avere già scritto in questo ng, non
> esageriamo con il revisionismo: nelle città italiane di metà Ottocento
> la questione dell'unità nazionale era molto sentita. Certo, c'era
> anche allora chi tifava per lo straniero, o per il papa, ma alla
> maggior parte delle teste pensanti l'idea di liberarsi di Asburgo,
> papalini e Borboni piaceva, eccome.
ecco la causa risorgimentale era sentita dagli intellettuali ma il popolo
non molto
> Mi piace ricordare (forse l'avevo già fatto, pazienza) queste parole
> di Giuseppe Giusti:
>
> «Gran cosa fu di cominciare a guardare in viso e di ridere in faccia
> ai nostri vecchi padroni e tutori e rompere una volta quell'amaro
> prestigio che ci dava a credere d'avere a mangiare l'Austria anche nel
> pane. Una volta veduto che l'Austria era l'Austria, e noi, noi, le
> cose prendevano tosto una piega diversa.»
> (Citazione estratta da Antonio Chiavistelli, Dallo stato alla nazione.
> Costituzione e sfera pubblica in Toscana dal 1814 al 1849, Carocci,
> Roma 2006, p. 199.)
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Re: Con Radetzky non c' [messaggio #9873 è una risposta a message #9856] |
mar, 28 dicembre 2010 13:26 |
rodolfo.canaletti Messaggi: 100 Registrato: dicembre 2010 |
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cap <clamarcap@gmail.com> wrote:
> Sono anni che lo dico.
> "Perché mai noi italiani dovremmo iniziare il nuovo anno ascoltando
> orchestre e direttori suonare la Marcia di Radetzky mentre battiamo
> allegri le mani? Perché cominciare il 2011, e le celebrazioni per i
> 150 anni della nostra identità nazionale, rendendo omaggio a Josef
> Radetzky, il feldmaresciallo austriaco che nella battaglia di
> Curtatone massacrò centinaia di studenti toscani venuti a combattere
> per l'indipendenza? Che a Custoza umiliò il re Carlo Alberto, poi
> assediò e vinse per fame e colera la Repubblica veneziana del 1849 e,
> nominato Governatore generale del Lombardo Veneto, fece eseguire mille
> condanne a morte di patrioti e diede l'ordine di bastonare in pubblico
> e di saccheggiare le case e i palazzi di chi era sospettato di aver
> simpatizzato con i primi moti del Risorgimento? Come se i francesi
> celebrassero Bismarck, o i polacchi Stalin."
>
Della marcia di Radetzki non me ne frega più di tanto. Quello che trovo
molto discutibile è il giudizio su Radetzky, una specie di Kesserling,
se non peggio, un massacratore di studenti, patrioti, etc. che viene
fuori dall'articolo.
Radetzky era un generale austriaco, che come tale faceva il proprio
dovere, cercando di vincere le battaglie nelle quale era impegnato. E
nelle battaglie ci sono morti da entrambe le parti. Le centinaia di
studenti "massacrati" a Curtatone non mi sembra che possano essere
ascritti a una particolare ferocia del nostro, ma solo al fatto che
erano combattenti in una battaglia persa. Analogamente a Custoza
(parlare di umiliazione a Carlo Alberto è ridicolo), o a Venezia,
Radetzky vinse le battaglie combattute. Che c'è di strano? Poi, per le
esecuzioni di 1000 condanne a morte di patrioti, beh, mi piacerebbe
sapere da dove viene questa notizia. Nel Lomardo-veneto, sotto il regime
asburgico i responsabili di reati (e partecipare a movimenti che avevano
come scopo quello di sottrarre il Lombardo Veneto, come qualsiasi altro
territorio dell'Impero, al controllo degli Asburgo era reato) venivano
processati e condannati, e spesso graziati. Il giudice, a Milano, era un
italiano, noto per la sua integrità , Salvotti. Come d'altra parte erano
italiani molti dei funzionari governativi e di un'amministrazione
infinitamente più efficiente di quella che abbiamo sperimentato dopo
l'unità e che permane tutt'ora.
Baste leggere un libro interessante come quello di Fausta Garavini, "In
nome dell'Imperatore" per rendersi conto che la propagandistica
risorgimentale descriveva in modo falso e strumentale la cosiddetta
oppressione Austro-ungarica, mentre non una parola veniva spesa per
l'oppressione molto maggiore del regno sabaudo, dove i patrioti di
tendenze mazziniane venivano condannati e trattati in modo disumano.
Basta vedere la vita carceraria di un Silvio Pellico, in una prigione
austriaca, e paragonarla a quella di patrioti mazziniani nelle prigioni
piemontesi.
Nell'anniversario dell'unità d'Italia, invece della solita bolsa
retorica (che finisce per dar vita alla retorica contraria della Lega)
sarebbe opportuno fare un analisi critica, e costruttiva, certamente,
sui processi che hanno portato all'Unità . L'articolo della Stampa è un
esempio di come si vada invece esattamente nella direzione opposta.
Ciao
Rudy
------------------
rodolfo.canaletti@tin.it
http://www.dicoseunpo.it
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Re: Con Radetzky non c' [messaggio #9878 è una risposta a message #9856] |
mar, 28 dicembre 2010 14:05 |
vogon Messaggi: 52 Registrato: dicembre 2010 |
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On 28 Dic, 10:08, cap <clamar...@gmail.com> wrote:
> Sono anni che lo dico.
> "Perché mai noi italiani dovremmo iniziare il nuovo anno ascoltando
> orchestre e direttori suonare la Marcia di Radetzky mentre battiamo
> allegri le mani? Perché cominciare il 2011, e le celebrazioni per i
> 150 anni della nostra identità nazionale, rendendo omaggio a Josef
> Radetzky, il feldmaresciallo austriaco che nella battaglia di
> Curtatone massacrò centinaia di studenti toscani venuti a combattere
> per l'indipendenza? Che a Custoza umiliò il re Carlo Alberto, poi
> assediò e vinse per fame e colera la Repubblica veneziana del 1849 e,
> nominato Governatore generale del Lombardo Veneto, fece eseguire mille
> condanne a morte di patrioti e diede l'ordine di bastonare in pubblico
> e di saccheggiare le case e i palazzi di chi era sospettato di aver
> simpatizzato con i primi moti del Risorgimento? Come se i francesi
> celebrassero Bismarck, o i polacchi Stalin."
>
> http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gE ditoriali...
quoto tutto.
io purtroppo so benissimo chi era Radetzky, come penso lo sappiano
tutti gli italiani che sono andati a scuola e obbligatoriamente hanno
studiato le cinque giornate di Milano e le guerre d'indipendenza(...),
e francamente la marcia a lui dedicata mi è sempre stata un po' sui
coglioni. Cioè ho sempre colto il contrasto fra l'andamento allegrotto
e la bastardaggine del personaggio. E di conseguenza non mi è mai
venuto da batter le mani.
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Re: Con Radetzky non c' [messaggio #9880 è una risposta a message #9873] |
mar, 28 dicembre 2010 15:02 |
cap Messaggi: 659 Registrato: novembre 2010 |
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On 28 Dic, 13:26, rodolfo.canale...@tin.it (Rudy) wrote:
> Radetzky era un generale austriaco, che come tale faceva
> il proprio dovere
[cut]
Niente da dire sulle sue qualità militari, ma a proposito del modo in
cui amministrò il Lombardo-Veneto non si può ignorare quel che ne
scrisse Cattaneo.
A me sinceramente non sembra che l'articolo di Cappelletto sia gonfio
di vuota retorica, né che vada contro le intenzioni di chi voglia
analizzare spassionatamente la storia risorgimentale. Semplicemente,
come ho già scritto, suggerisce di non rendere omaggio - non quel
frivolo omaggio, perlomeno - per una volta, nel centocinquantenario
dell'unità , a coloro che all'unità si opposero in ogni modo.
Poi, che fra molti legaioli serpeggi una del tutto ingiustificata
nostalgia della Kakania si sa: la mia impressione è che quelle teste
siano troppo dannatamente dure per sperare che possa penetrarvi il
barlume di un ragionamento sensato. Battano pure le mani al ritmo
della Radetzky-Marsch, se proprio non vogliono rinunciare a dare
l'ennesima dimostrazione di stupidità e arretratezza.
Ciao!
c.
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Re: Con Radetzky non c' [messaggio #9891 è una risposta a message #9873] |
mar, 28 dicembre 2010 18:03 |
Zaz! Messaggi: 1549 Registrato: novembre 2010 |
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"Rudy" <rodolfo.canaletti@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:1ju7nhp.ksgslc7qrswN%rodolfo.canaletti@tin.it...
> cap <clamarcap@gmail.com> wrote:
>
>> Sono anni che lo dico.
>> "Perché mai noi italiani dovremmo iniziare il nuovo anno ascoltando
>> orchestre e direttori suonare la Marcia di Radetzky mentre battiamo
>> allegri le mani? Perché cominciare il 2011, e le celebrazioni per i
>> 150 anni della nostra identità nazionale, rendendo omaggio a Josef
>> Radetzky, il feldmaresciallo austriaco che nella battaglia di
>> Curtatone massacrò centinaia di studenti toscani venuti a combattere
>> per l'indipendenza? Che a Custoza umiliò il re Carlo Alberto, poi
>> assediò e vinse per fame e colera la Repubblica veneziana del 1849 e,
>> nominato Governatore generale del Lombardo Veneto, fece eseguire mille
>> condanne a morte di patrioti e diede l'ordine di bastonare in pubblico
>> e di saccheggiare le case e i palazzi di chi era sospettato di aver
>> simpatizzato con i primi moti del Risorgimento? Come se i francesi
>> celebrassero Bismarck, o i polacchi Stalin."
>>
>
>
>
> Della marcia di Radetzki non me ne frega più di tanto. Quello che trovo
> molto discutibile è il giudizio su Radetzky, una specie di Kesserling,
> se non peggio, un massacratore di studenti, patrioti, etc. che viene
> fuori dall'articolo.
>
> Radetzky era un generale austriaco, che come tale faceva il proprio
> dovere, cercando di vincere le battaglie nelle quale era impegnato. E
> nelle battaglie ci sono morti da entrambe le parti. Le centinaia di
> studenti "massacrati" a Curtatone non mi sembra che possano essere
> ascritti a una particolare ferocia del nostro, ma solo al fatto che
> erano combattenti in una battaglia persa. Analogamente a Custoza
> (parlare di umiliazione a Carlo Alberto è ridicolo), o a Venezia,
> Radetzky vinse le battaglie combattute. Che c'è di strano? Poi, per le
> esecuzioni di 1000 condanne a morte di patrioti, beh, mi piacerebbe
> sapere da dove viene questa notizia. Nel Lomardo-veneto, sotto il regime
> asburgico i responsabili di reati (e partecipare a movimenti che avevano
> come scopo quello di sottrarre il Lombardo Veneto, come qualsiasi altro
> territorio dell'Impero, al controllo degli Asburgo era reato) venivano
> processati e condannati, e spesso graziati. Il giudice, a Milano, era un
> italiano, noto per la sua integrità, Salvotti. Come d'altra parte erano
> italiani molti dei funzionari governativi e di un'amministrazione
> infinitamente più efficiente di quella che abbiamo sperimentato dopo
> l'unità e che permane tutt'ora.
vero, vero, applausi.
>
> Baste leggere un libro interessante come quello di Fausta Garavini, "In
> nome dell'Imperatore" per rendersi conto che la propagandistica
> risorgimentale descriveva in modo falso e strumentale la cosiddetta
> oppressione Austro-ungarica, mentre non una parola veniva spesa per
> l'oppressione molto maggiore del regno sabaudo, dove i patrioti di
> tendenze mazziniane venivano condannati e trattati in modo disumano.
> Basta vedere la vita carceraria di un Silvio Pellico, in una prigione
> austriaca, e paragonarla a quella di patrioti mazziniani nelle prigioni
> piemontesi.
>
> Nell'anniversario dell'unità d'Italia, invece della solita bolsa
> retorica (che finisce per dar vita alla retorica contraria della Lega)
> sarebbe opportuno fare un analisi critica, e costruttiva, certamente,
> sui processi che hanno portato all'Unità. L'articolo della Stampa è un
> esempio di come si vada invece esattamente nella direzione opposta.
quoto
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Re: Con Radetzky non c' [messaggio #9905 è una risposta a message #9880] |
mer, 29 dicembre 2010 01:16 |
rodolfo.canaletti Messaggi: 100 Registrato: dicembre 2010 |
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cap <clamarcap@gmail.com> wrote:
> On 28 Dic, 13:26, rodolfo.canale...@tin.it (Rudy) wrote:
>
> > Radetzky era un generale austriaco, che come tale faceva
> > il proprio dovere
> [cut]
>
> Niente da dire sulle sue qualità militari, ma a proposito del modo in
> cui amministrò il Lombardo-Veneto non si può ignorare quel che ne
> scrisse Cattaneo.
Cattaneo è un contemporaneo, e quello che dice dell'Amministrazione del
Lombardo-Veneto risente della sua attività politica (che ovviamente non
poteva essere condivisa dagli austriaci). La Storia, quella seria,
ammette che l'amministrazione del LV sia stata di gran lunga la migliore
di quelle dei vari staterelli italiani (Borboni, Savoia, Papa, etc.)
Solo la Toscana (che era nell'orbita austrungarica) può vantare
un'amministrazione di pari livello.
L'Unità d'Italia (dalla quale le idee di Cattaneo sono state brutalmente
escluse!) si è realizzata più come una espansione del Regno di Sardegna
che come nascita di una nuova nazione. E il Regno di Sardegna era uno
stato assai arretrato e male amministrato.
Forse ti rendi conto che da questa situazione non siamo ancora usciti.
> A me sinceramente non sembra che l'articolo di Cappelletto sia gonfio
> di vuota retorica, né che vada contro le intenzioni di chi voglia
> analizzare spassionatamente la storia risorgimentale.
Ba beh. Qui dissentiamo. Io trovo l'articolo (le migliaia di patrioti
giustiziati da dove vengono fuori?) decisamente fantasioso e incline
alla bolsa retorica risorgimentale post-fascista.
> Semplicemente,
> come ho già scritto, suggerisce di non rendere omaggio - non quel
> frivolo omaggio, perlomeno - per una volta, nel centocinquantenario
> dell'unità , a coloro che all'unità si opposero in ogni modo.
Appunto. Non mi sembra un problema importante. Poi, rileggi l'articolo:
avvicina Radetzky a Hitler!! Per dire che non bisogna suonare la
marcetta? Ma faccia il favore!
> Poi, che fra molti legaioli serpeggi una del tutto ingiustificata
> nostalgia della Kakania si sa: la mia impressione è che quelle teste
> siano troppo dannatamente dure per sperare che possa penetrarvi il
> barlume di un ragionamento sensato. Battano pure le mani al ritmo
> della Radetzky-Marsch, se proprio non vogliono rinunciare a dare
> l'ennesima dimostrazione di stupidità e arretratezza.
Per dare quella dimostrazione non hanno bisogno di battere le mani alla
marcetta di Radetzky. Basa solo che aprano la bocca. :-))
Ciao
Rudy
------------------
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Re: Con Radetzky non c' [messaggio #9912 è una risposta a message #9905] |
mer, 29 dicembre 2010 11:34 |
cap Messaggi: 659 Registrato: novembre 2010 |
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On 29 Dic, 01:16, rodolfo.canale...@tin.it (Rudy) wrote:
> il Regno di Sardegna era uno stato assai arretrato e male
> amministrato.
> Forse ti rendi conto che da questa situazione non siamo
> ancora usciti.
Sinceramente non so come risponderti. So che le riforme attuate da
Carlo Alberto migliorarono considerevolmente la situazione, ma non me
ne intendo quanto basta per confutare o appoggiare le tue
affermazioni.
Peraltro, so pure che senza quei lontani parenti dei Savoia che poi
divennero re d'Italia, questa non avrebbe avuto una storia unitaria.
Forse sarebbe stato meglio, chissà . Per certe cose (Banca romana,
colonialismo, ventennio eccetera) di sicuro.
> Ba beh. Qui dissentiamo. Io trovo l'articolo (le migliaia di patrioti
> giustiziati da dove vengono fuori?) decisamente fantasioso e incline
> alla bolsa retorica risorgimentale post-fascista.
[...]
> avvicina Radetzky a Hitler!! Per dire che non bisogna suonare la
> marcetta? Ma faccia il favore!
Penso che, se gli dovessero riportare queste tue parole, Cappelletto
ne sarebbe sinceramente addolorato, poareto :)
Ciao!
c.
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